la classe come risorsa interventi per favorire l'inclusione
I genitori degli alunni "bravi" cercheranno di iscrivere i loro figli nelle scuole in cui si fa bene l'integrazione, perché considerate scuole migliori in assoluto. I docenti lavorano in un'organizzazione che evolve attraverso una rete di. Ci interessa discutere qui del valore positivo, "strumentale", della presenza attiva di un alunno disabile, che partecipa, con le sue possibilità, ai percorsi di formazione con tutti gli altri alunni. Un altro fattore di qualità è quello dell'attivazione di risorse per realizzare percorsi realmente efficaci di integrazione. Attività e interventi a favore di alunni BES 6 1. 5. Ma allora, si potrebbe pensare, come fa una persona così (degna ovviamente della massima considerazione e cura) a portare qualità alla scuola? Ma allora, si potrebbe pensare, come fa una persona così (degna ovviamente della massima considerazione e cura) a portare qualità alla scuola? Si capisce che la vera valutazione è quella che confronta ognuno con se stesso, che consente di leggere i propri miglioramenti, le proprie crescite, l'avvicinamento ai propri traguardi, che possono essere, nel caso dell'alunno disabile, anche molto lontani da quelli degli altri e del programma, ma non per questo meno importanti o meno verificabili. PAROLE CHIAVE PER L'INCLUSIONE Carla Maria Barzaghi Genova, 17/10/2018 . Il docente riflette metacognitivamente su se stesso, su quello che fa per aiutare un alunno in difficoltà ad elaborare delle competenze e ad usarle. La classe come risorsa: descrivere gli interventi che vengono programmati per avvicinare i compagni all'alunno con disabilità, per la conoscenza delle persone con disabilità e dei loro diritti, per favorire la relazione di aiuto, per educare alla cittadinanza. Gli alunni imparano direttamente il significato del motto della Montessori con il suo celebre "Aiutami a fare da solo", cioè a restituire feedback, ad incoraggiare, a gratificare, a motivare. L’Istituto Comprensivo intende favorire la crescita culturale e l’educazione degli alunni, Ci riappropriamo di qualcosa che avevamo forse dimenticato, sepolto sotto anni e anni di linguaggio soltanto verbale (soprattutto a scuola). Come si impara? Far diventare la classe e la scuola una comunità di apprendimento e di costruzione della conoscenza, significa tessere reti di solidarietà e di aiuto reciproco tra gli alunni, organizzare gruppi di apprendimento cooperativo, relazioni di tutoraggio e di educazione tra pari, evolversi tecnologicamente e culturalmente, investendo seriamente in risorse umane e formazione. per favorire l'inclusione La classe come risorsa (interventi per avvicinare i compagni all'alunno, per favorire la relazione di aiuto, per educare alla cittadinanza, per il superamento di stereotipi...) Metodologie (quali metodologie utili per favorire i processi di apprendimento di tutti vengono utilizzate) //2007-01-29: Glossario Norme primarie di riferimento assunte dalla scuola per tutti gli interventi educativo-didattici per alunni con BES sono: -L. 104/1992 per la disabilità -L. 170/2010 e successive integrazioni per gli alunni con DSA -Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 per gli alunni con BES google_ad_format = "728x90_as"; 316), Partecipare alla cultura del compito significa essere immersi in una situazione di apprendimento fatta di parole, movimenti, sguardi, rumori, contatti fisici, scambi: una varietà di sollecitazioni importanti per lo sviluppo di ciascuno. L'altra forte dimensione di collegialità e collaborazione è quella con gli Enti locali, i servizi sociali e sanitari e i centri di documentazione territoriale. A livello di istituzione scolastica si deve considerare, inoltre, la realizzazione di iniziative di formazione e aggiornamento sui temi della disabilità e dell'integrazione. Per gli studenti - I compagni di classe dell'alunno disabile hanno un ruolo essenziale. Formazione e livelli di competenza del personale Potranno rielaborare il libro di testo in modo creativo, arricchendo, schematizzando, semplificando, adattando le informazioni; diventeranno editor didattici più efficaci di molti docenti abituati (male) a lavorare solo con studenti bravi. Troppo spesso questo non accade, e la cosiddetta scuola normale non è ancora dotata di risorse sufficienti che le consentirebbero di far fruttare al massimo la presenza attiva degli alunni differenti. L’educazione Inclusiva comporta la trasformazione della Scuola per poter incontrare e rispondere alle esigenze di tutti. Ma, appunto, non la si impara individualmente, né interagendo soltanto con compagni socialmente abili. La vita non è solo la scuola e non è solo l'infanzia e la giovinezza: dobbiamo tener ben conto dell'evoluzione demografica e della sempre maggiore longevità delle persone disabili. Lavorare in rete per l’inclusione: dalla classificazione all’osservatorio. Il gran numero di insegnanti precari, non di ruolo, è una piaga endemica della scuola italiana, che diventa drammatica nel caso degli insegnanti impiegati nelle attività di sostegno, che cambiano frequentemente sede. Oggi dobbiamo attentamente osservare l'evolversi dell'integrazione, con lo strabismo necessario dell'insegnante, che deve guardare sempre verso più direzioni ma con un occhio di riguardo alla tutela dei diritti degli alunni disabili, che non devono perdersi nella strada delle riforme e controriforme. Ci riferiamo non tanto alle ore degli insegnanti di sostegno e degli educatori, peraltro fondamentali, ma soprattutto alle capacità manageriali, alla formazione specifica, alle metodologie e strategie didattiche, alle motivazione e incentivi, a soluzioni organizzative innovative (spazi, tempo, materiali, collaborazioni, alleanze extrascolastiche, supporto dei servizi, ecc.) ... Gruppo Classe Compagni come risorsa indagini qualitative attraverso questionari ... favorire la creazione di reti relazionali (famiglia, enti e specialisti …) Logica della Trasparenza. LA SCUOLA prassi per l’inclusione nei processi di apprendimento Nessuna difficolta’ di apprendimento esclude la possibilita’ di avvicinamento alla classe obiettivo La riduzione degli handicap cercare un punto di contatto, un raccordo, fra la programmazione per la classe e la programmazione per l’alunno disabile. Cookie per gli annunci di Google e norme sulla privacy. Anche se sono passati trent'anni dalle prime esperienze di integrazione scolastica degli alunni disabili, c'è chi vive ancora, purtroppo, l'alunno disabile come un peso che la scuola deve accollarsi, tra i tanti altri, quasi come una missione egualitaria, soccorritrice, che si carica di tante croci da portare con rassegnazione. La classe come risorsa (interventi per avvicinare i compagni all'alunno, per favorire la relazione di aiuto, per educare alla cittadinanza, per il superamento di stereotipi...) Metodologie endobj Includere vuol dire attivare varie forme di individualizzazione in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni dell'alunno con disturbi specifici dell'apprendimento, ritardo mentale, disturbi emozionali, del comportamento, differenze culturali e linguistiche, difficoltà familiari, ecc. Favorire la partecipazione e l’inclusione: Tecnologie assistive e ICF 8. Anche in questo caso torna un necessario strabismo educativo: con un occhio individualizziamo tenendo conto del percorso scolastico di integrazione in una specifica classe, ma con l'altro occhio teniamo ben in vista una dimensione di vita più larga, più estesa dal punto di vista esistenziale, che comprenda l'adultità, la partecipazione sociale, i ruoli comunitari, il lavoro e la cittadinanza. 9. Con la lista delle parole che hai sbagliato organizza: -un dettato con un compagno (lui detta, tu scrivi) oppure -un dettato di corsa (attacca la lista in corridoio, vai a vedere la prima parola, torna in classe e scrivila sul quaderno; continua così per tutte le parole) Storia Fai una lista di domande su quel che vorresti sapere sul Medioevo. Nel caso dei docenti si valuta la presenza del titolo di specializzazione per le attività di sostegno, sia nei docenti impiegati in queste attività, sia in quelli curricolari. Organizzazione scolastica, definizione di procedure e rispetto delle norme �MFk����� t,:��.FW������8���c�1�L&���ӎ9�ƌa��X�:�� �r�bl1� La mediazione didattica diventa pensiero didattico attivo quotidianamente tra pari, generato dalla necessità di produrre apprendimenti anche assieme a chi possiede minori risorse cognitive (Vygotskij). Riteniamo che si debba discutere del valore di una risorsa almeno su due piani: quello strumentale e quello intrinseco. Strategie per favorire l’apprendimento e l’interazione sociale PEER TUTORING (coppia) • ripropone modello insegnante/alunno: un elemento conosce la soluzione del compito • lavoro a coppia • ruoli di tutor e tutee • attività in classe • docente come fornitore di compiti PEER COLLABORATION (da 2 … in allegato al PTOF - Anno scolastico 2019/2020 . In questa parte viene descritto ciò che la scuola, e/o il Consiglio di Classe promuovono per favorire l'inclusione. L'integrazione non è un peso, è invece un vantaggio competitivo per la qualità della scuola: sta a tutti noi dimostrarlo e documentarlo. La nuova Direttiva ministeriale definisce le linee del cambiamento per rafforzare il paradigma inclusivo: Potenziamento della ultura dell’inlusione Approfondimento delle competenze in materia degli insegnanti curricolari Valorizzazione della funzione del docente per il sostegno, quale risorsa aggiuntiva assegnata a tutta la classe Gli alunni che lavorano con lui migliorano grandemente dal punto di vista della loro competenza metacognitiva. 2) L’adattamento come strategia inclusiva. In questo tipo di guadagni educativi potremmo anche aggiungere la costruzione delle regole, dei sistemi di premi e sanzioni, dei contratti e patti formativi, delle aspettative valutative, delle certificazioni / attestazioni / diplomi, ecc., tutti casi in cui, grazie alla disabilità ci si deve confrontare con le diversità, accogliendone le specificità, non escludendole in nome di una pseudo equità statistica [v. voce Portfolio delle competenze]. Un alunno disabile, specie se grave, ha quasi sempre difficoltà comunicative, in ricezione e in espressione: non comprende un certo lessico o sintassi elaborate, non si fa capire con il linguaggio verbale, o a fatica. 5. Nel mediare cognitivamente i contenuti, le informazioni e le azioni con il compagno disabile imparano a mettersi nella mente di un altro, a graduare le proposte sulla base delle possibilità, a fornire gli aiuti realmente necessari e sufficienti. Progettare gli interventi educa tivo- da tici. Assistive Technology per utenti con deficit sensoriali e psicofisici 6. Gli alunni esigono l'uguaglianza formale, negli atteggiamenti e nelle valutazioni: "Siamo tutti uguali, Prof. ". 2. Altrimenti avremo alunni con "bisogni educativi speciali" di serie A (con le risorse speciali, spesso soltanto insegnanti di sostegno) e di serie B (senza risorse). Risulta allora chiaramente inadeguata la valutazione che mette a confronto con medie o standard nazionali o internazionali. Promuovere l’inclusione in classe significa identificare le differenze tra i singoli studenti e comprendere, per ciascuno, i diversi bisogni ed esigenze. È certamente vero che l'alunno disabile apprende, comunica si relaziona con difficoltà, qualche volta ha comportamenti imprevedibili, magari problematici. Una attenzione particolare deve essere data alle prassi di elaborazione e scambio di informazioni e alla costruzione di una progettazione comune attraverso i gruppi di lavoro per l'integrazione (diagnosi funzionale, profilo dinamico funzionale, Piano educativo individualizzato, ecc.). Ci sentiamo, talvolta (speriamo spesso), ricchi di amicizia, di relazioni positive, di bellezza, di cultura, di tempo, d i valori, di equità, di comunicazione, ecc. In molte situazioni l’individualizzazione è stata interpretata come sinonimo di separazione, di lavoro individuale condotto dall’insegnante di sostegno, dentro e fuori la classe. 5. I n questa scheda viene descritto ciò che la scuola, e/o il Consiglio di Classe promuovono per favorire l'inclusione. I dirigenti e l'organizzazione didattica possono imparare l'arte e la scienza della flessibilità creativa nei tempi, negli spazi, negli incarichi, nelle responsabilità, ecc. {{{;�}�#�tp�8_\. La dotazione di materiali didattici, software e hardware, di una scuola può arricchirsi notevolmente e può cadere qualche barriera, anche mentale, oltre che architettonica. Sono "beni", anche estremamente immateriali, che ci fanno sentire immensamente ricchi. Proge tare la continuità e l’orientamento Obiettivi di miglioramento Obiettivo Tempi Modalità di verifica indicatore A 1, la scuola intende dotarsi di un sistema di verifica dell’efficacia dell’utilizzo delle risorse professionali per favorire l’inclusione Pluriennale 5. Cookie per gli annunci di Google e norme sulla privacy, Cookie per gli annunci di Google e norme sulla privacy. Lo stesso vale per il turn over delle figure con funzioni strumentali che si occupano di integrazione, con evidenti riflessi negativi sulla progettualità a lungo termine. Gli alunni assieme a noi, hanno bisogno di apprendere competenze alte di regolazione espressiva, efficace e creativa del comportamento sociale. La terza dimensione di qualità riguarda l'attività complessiva dell'organizzazione scolastica, che si articola in precise procedure e prassi previste a livello normativo e regolamentare ed esigibili dall'utente dell'istituzione scolastica. google_ad_width = 728; Buone prassi per l’inclusione, G. D’Anna, Firenze 2017; Legge quadro 104/1992, MIUR 2009-Linee guida per l’integrazione scolastica e degli alunni con disabilità, ONU 2006-Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità ratificata con legge 18/2009, Legge 107/2015 La Buona Scuola-Inclusione e equità. Cerca nel web, nel sito, nei siti amici in maniera inclusiva, e non si limiti ad accogliere, sopportare e gestire gli La classe come risorsa: descrivere gli interventi che vengono programmati per avvicinare i compagni all'alunno con disabilità, per la conoscenza delle persone con disabilità e dei loro diritti, per favorire la relazione di aiuto, per educare alla cittadinanza. Proveremo a definirne cinque. Questi alunni con la testa ben fatta saranno in grado, domani, di pensare meglio in contesti collaborativi, di spiegarsi meglio, di insegnare meglio, di risolvere meglio problemi, ecc.
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