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In tutta la zona alpina si rivela quindi l'opposizione tra il versante del sole e quello dell'ombra, tra l'endroit e l'envers, tra l'indritto e l'inverso, tra l'adret e l'ubac, tra la Sonnerseite e la Schattenseite. Ora che avete imparato questo trucco vedrete che potrete utilizzarlo in innumerevoli situazioni, basta inventarsi una frase, una parola, un componimento di parole che vi aiuti a tenere a mente quello che vi serve e non ce lo dimenticherete mai più. All Saints, Islington All Saints, Islington, Pasadena Judicial Township, Los Angeles, Ca. È a tutti noto che l'olivo fruttifica in molte località delle Alpi e si spinge in Francia fino oltre Sisteron e Puget Théniers, mentre nel versante italiano abbellisce le rive dei laghi alpini e specialmente del Garda, dove, in via del tutto eccezionale, troviamo pure largamente praticata la coltura degli agrumeti (Salò), disposti a gradini affinché possano meglio godere i benefici dei raggi solari. Vereins in Stuttgart, CXXXV (1877), p. 66 segg. l) Il Carso vero e proprio si stende ai piedi delle Alpi Giulie, fra l'Isonzo e il Golfo del Carnaro. Considerate ora nella loro funzione antropica ed economica e cioè utilitaria, possono fornirci elementi utili per una sufficiente valutazione dei problemi agricolo-pastorali della zona alpina. XVIII si accentua quell'emigrazione stagionale così varia nelle sue forme, talvolta strana nelle sue manifestazioni ed espressioni. Lo spartiacque infatti non fu preso in considerazione: la valle d'Aosta faceva parte delle Alpi Graie-Pennine; la Moriana e la valle superiore della Durance appartenevano alle Alpi Cozie; Nizza e le valli della Roia e del Varo alle Alpi Marittime. 18) le spedizioni di P. Silio contro i Camunni ed i Vennonetés (Valtellina), di Druso e Tiberio contro i Reti ed i Vindelici (a. La lenta ma continua traslazione della tavola africana da sud verso nord provocò il corrugamento profondo dei sedimenti della Tetide, che spinti e rovesciati poi sui rilievi ercinici della vecchia Europa costituirono le varie falde di ricoprimento. Un tronco pertanto della Claudia Augusta, a monte di Feltria (Feltre) percorreva la Valsugana e raggiungeva Trento: con questo almeno in gran parte si confondeva la via Opitergium (Oderzo)- Tridentum segnata nell'Itinerario Antoniniano. Ma anche - e forse soprattutto - il sito ci può spiegare l'origine e lo sviluppo delle città alpine, poiché per quanto un centro possa godere di una buona posizione geografica, se non trova nella topografia locale condizioni favorevoli, non ha, specialmente nelle zone alpine sempre insidiate da elementi sfavorevoli, la possibilità di svilupparsi e d'ingrandirsi. Le cime maggiori sono: la Barre des Écrins (m. 4103), il Bonvoisin (m. 3560), le Aiguilles d'Arves (m. 3514). - La teoria, ormai accettata, delle "falde di ricoprimento" per la spiegazione della tettonica alpina ha portato una profonda rivoluzione anche nel campo della interpretazione della sua morfologia. - La grande valle longitudinale dell'Inn e il Passo dell'Arlberg separano nettamente la fascia cristallina mediana da quella esterna calcarea, con numerose zone a dolomie triassiche, a calcari cretacei e a molasse oligoceniche. e) Alpi del Delfinato. Le cime massime sono: il Finsteraar Horn (m. 4275) completamente gelato, il Mönch (m. 4104), la Jungfrau o gruppo della Vergine (m. 4166), l'Aletsch Horn (m. 4182). Generalmente il proprietario della vigna abita nella parte superiore della valle; di qui la necessità di costruzioni temporanee locali (tinage nelle Alpi Franco-provenzali; nazets nel Vallese svizzero) che servono di ricovero per gli attrezzi, per gli uomini e sono anche utilizzate per la fabbricazione del vino. Allora, mentre le terre ticinesi si sollevano scacciando i landvogt, proclamandosi in libertà, ma rimanendo unite alla Confederazione elvetica come membro integrante di essa, nonostante i maneggi del governo cisalpino (e poi dell'italico, 1798-1813), la Valtellina, con Bormio e Chiavenna, da cui però si staccano Poschiavo e Bregaglia, che formavano parte integrale del Canton Grigione, si unisce direttamente alla Lombardia: unione che il Bonaparte non ostacolò, come fece per i baliaggi ticinesi, conoscendo di quale importanza potesse riuscire il dominio della Valtellina per i suoi disegni. Una commissione internazionale (Commission internationale pour l'étude de la variation des glaciers) curò dal 1895 al 1913 la compilazione di speciali rapporti riassuntivi, che vennero pubblicati nell'Annuario del Club Alpino Svizzero e negli Annali di Glaciologia (Zeitschrift für Gletscherkunde, Lipsia). Le Alpi di Provenza si sogliono distinguere in due parti di diversa natura e morfologia: il Gruppo dell'Asse, costituito da catene parallele calcaree, con caratteri anche prealpini, al di sott dei 2000 m., che degrada in pianori calcarei fra l'Asse e il Verdon e il Gruppo della Bléone, formato da catene scistoso-cristalline, superiori ai m. 2000, diramate verso SO., che si raccordano alla cima di Trois Èvêchés, che è la maggiore elevazione e forma il centro orografico del gruppo. Le Alpi Centrali sono costituite da fasci di catene assai complessi e disturbati, i cui nuclei sono dati da scisti cristallini inglobanti massicci gneissici, fra i quali s'insinuano estesi filoni granitici, a contatto delle linee di maggiori disturbi tettonici; fra queste la "linea delle Giudicarie", sulla parte orientale di questa divisione, che da sud a nord penetra nel cuore della massa alpina, fin presso il Passo del Brennero, venendo lungh'essa a contatto i terreni secondarî con quelli arcaici, con intrusioni di graniti e basalti paleozoici. Si nota invece un influsso sensibile delle regioni climatiche a cui i versanti sono rivolti, influsso che si manifesta particolarmente nella distribuzione annua delle piogge, le quali presentano un massimo estivo sul versante settentrionale, un massimo autunnale sul versante rivolto a sud. ; H. Gams e R. Nordhagen, Postglaziale Klimaänderungen und Krustenbewegungen in Mitteleuropa, Monaco 1923. Sono frequenti i balconi, che, oltre ad avere la funzione di corridoio di passaggio esterno, sono adibiti a deposito di legna da ardere. Gruppo del Monte Leone, allungato fra l'alta Valle del Rodano, il Gottardo e la valle d'Antigorio, con scisti calcareo-argillosi, cime arrotondate e fianchi franosi, sul versante settentrionale, gneiss e calcari arcaici a punte piramidali, circhi rocciosi e piccoli ghiacciai, in quello meridionale, con valli brevi e diritte, che scendono nelle profonde gole della Val di Vedro (Diveria) e della Val d'Antigorio (Toce). I monti detti Totes Gebirge (Priel, m. 2514), massicci dolomitici carsici, hanno alti deserti rocciosi precipiti all'ingiro su una serie di laghi interni (Altausser See, m. 708; Grundl See, m. 709, prof. m. 64) e si continuano nel Gruppo del Pyhrgass (m. 2244), degradando poi negl'isolati e periferici Sengsen Gebirge (m. 1961). L'èra mesozoica o secondaria si inizia con materiali arenaceo-argillosi per passare ben presto a terreni di natura calcarea e calcareo-marnosa. Nelle Alpi Orientali, dove i ghiacciai erano meno estesi per la minore elevazione della massa montuosa, quelli dell'Inn, della Salzach e dell'Enns coprivano tuttavia gran parte dell'altipiano austriaco fino ai piedi della Selva Boema. La carrozzabile non è stata ultimata che nel 1908. La diminuzione dell'intensità della zona, invece, va messa in relazione con l'ampliarsi della praticoltura intensiva e con l'estendersi delle industrie, le quali richiedevano abbondanza di legname, com'è avvenuto per le industrie del sec. Comunque è facile constatare che l'agricoltura nella zona alpina, fino ad oggi, ha una doppia fisionomia derivante essenzialmente dalla situazione delle due ben distinte zone del campo: 1. una zona di fondo valle, a carattere intensivo, per nulla diversa dall'agricoltura delle pianure contermini, propria quindi delle valli aperte e sviluppate; 2. una zona di ripiani e di pendio, avanzo della policoltura, che si attarda a scomparire nelle zone delle alte valli, più lontane dalle vie di comunicazione, quindi complemento necessario dell'economia pastorale. Prevale in esso il legname; il tetto a forti spioventi è tanto largo da ricoprire larghe strisce del terreno circostante alla casa. Per questo, la tradizione locale sopravvive tenacemente: i territorî tedeschi di lunga data rimangono tali, come il Salisburghese; quelli più nettamente italici non sentono che assai poco l'influsso della penetrazione tedesca. Per esempio, sulle Prealpi Venete, si raggiungono i 3000 ed anche i 4000 mm., nella regione dei laghi si superano i 2000 mm., come pure nelle Prealpi del Delfinato e della Baviera. Le vette maggiori sono: il Tricorno (m. 2863), il Jôf del Montasio (m. 2754), il M. Canin (m. 2585), il M. Nero (Krn, m. 2245). I Valdesi delle valli omonime, per ragioni politico-religiose e per la persistenza delle malattie delle patate, fondano colonie fiorenti nell'Uruguay e negli Stati Uniti, l'Argentina accoglie villaggi interi delle Alpi Francesi, i montanari delle Alpi Svizzere scendono nella pianura padana a speculare sul bestiame da ingrasso e quelli della Val Venosta si dedicano nelle grandi città italiane ed austriache al commercio delle frutta. Il progressivo ritiro dei ghiacciai era accompagnato da un grandioso lavoro di incisione fluviale e di trasporto di materiale, mentre apparivano specchi lacustri che in parte si venivan colmando, e grandiosi scoscendimenti precipitavano dalle pendici ancora nude. 2; J. Rovelli, Storia di Como, Milano 1789 segg., voll. di A. Reymond, Losanna 1921; Gagliardi, Histoire de la Suisse, Losanna 1925; W. Martin, Histoire de la Suisse, Parigi 1927. IX); dopo il sec. e sulla carta fisica qui annessa. 15). Questa ipotesi è confermata dal fatto che le creste alpine anche più ardite si allivellano quasi tutte pressoché ad una media altezza, varia nelle diverse parti del sistema ("legge delle vette"), e che, viste dall'alto, le sommità montuose si mostrano quasi come avanzo di un ampio pianoro profondamente inciso dalle valli attuali. Le prime fiancheggiano ad occidente le Alpi Marittime, tra il solco Ubaye-Durance e quello segnato dal Verdon. Bibl. Coltura esclusiva di zone montuose è quella del grano saraceno (Polygonum fagopymm L.). Droit d'auteur: les textes sont disponibles sous licence Creative Commons attribution, partage dans les mêmes conditions; d’autres conditions peuvent s’appliquer.Voyez les conditions d’utilisation … La sottozona della vite trovasi diffusa a spese del castagno nelle Alpi Occidentali italo-francesi o a spese della quercia nelle altre regioni alpine. fra il Sill (Inn-Danubio) e l'Isarco (Adige); ferrovia Fortezza-Innsbruck. ha portato una vera rivoluzione sulle idee per l'innanzi prevalenti. Con Arduino, tuttavia, questo edificio crollò e quasi tutti i territorî furono riportati alle dipendenze dei centri italiani, salvo la Bregaglia e la Mesolcina, che continuarono a gravitare verso Coira. Nella seconda metà del sec. Poco diversamente stanno le cose per il Medioevo. III e IV. Le cime maggiori delle Alpi Centrali sono: il M. Rosa (metri 4633), il Bernina (m. 4052), il Finsteraar Horn (m. 4273). Gli gneiss e i calcari dànno luogo a forme ardite, che si elevano a 2863 m. all'Hochgolling e a m. 2746 all'Hohe Wildstelle, con caratteri nettamente alpini, mentre ad oriente, nel predominio degli scisti, la cresta si fa più unita, i versanti molli e largamente abitati. la Val di Sesto, l'Alta Pusteria, ecc.). Nel 1792 si ebbe l'annessione alla Francia di Avignone e del Contado Venassino, e, col pretesto di raggiungere i confini naturali della regione francese, nel dicembre del 1792 si conquistò la contea di Nizza e la Savoia, decretandone l'annessione. 99), che coprono il 9,5% dell'area montuosa. Di qui le falde dei rilievi più esterni vanno degradando, senza netto passaggio, all'ondulato Altipiano Svizzero fino al Lago di Costanza, poi a quello Svevo-Bavarese fino all'Inn, e quindi sulla vasta depressione del Danubio, la quale divide il Sistema Alpino dalla Selva Boema, fino a Greifenstein, che può considerarsi come la propaggine più settentrionale della Selva Viennese, lambita dal Danubio. - Ad Eporedia (Ivrea) convergevano le vie da Vercellae e da Augusta Taurinorum, quindi, unica, la via percorreva la valle della Duria Maior (Dora Baltea) fino ad Augusta Praetoria (Aosta). Gli stessi Veneziani, dopo l'inutile tentativo di richiamare elementi della terraferma italica, demograficamente insufficiente al vasto bisogno, tra il secolo XVI ed il XVII ospitarono nella regione Giulia, specie nella zona montana, popolazioni morlacche, per sopperire alle deficienze demografiche del territorio. Gruppo dell'Adula, fra il Reno Anteriore, quello Posteriore, la Val S. Giacomo, il lago di Como, Bellinzona e la Val Leventina, con estesi terreni scistosi, graniti e anageniti paleozoiche, a cresta spartiacque diramata da numerose ampie e profonde vallate convergenti verso l'Adula (Safien Tal - Rabiusa, Rheinwald Tal - Reno Posteriore, Val Mesolcina - Moesa, Val Blenio, ecc.). Questi sono 190, con una superficie totale di 720 kmq., dei quali 9/10 sono sul versante settentrionale; 4 sono di prim'ordine, cioè il ghiacciaio del Gorner. Estesi pure sono i depositi detritici dell'èra terziaria nelle fasce esterne delle Alpi Centrali ed Orientali, che hanno ricevuto il nome complessivo di flysch, i cui strati sottili arenacei, alternati con marne, dànno luogo generalmente a forme molli, collinari, a meno che l'azione glaciale non ne abbia contrastato il rilievo, mentre dove predominano i depositi detritici più grossolani e recenti della molassa miocenica coi conglomerati o i banchi d'arenaria, si hanno cime ardite e pareti ripide, come in più punti delle Prealpi Svizzere. che s'innalzano oltre i 3600 m., a forme dentate, mentre quelle settentrionali calcaree più compatte hanno pareti verticali, allo strappo della zona radicale delle falde di ricoprimento, ed estesi pianori di calcari nudi e corrosi (Märenberge). Naturalmente in tali casi esso è provocato da una situazione isobarica press'a poco inversa a quella che corrisponde al föhn delle vallate settentrionali. Nelle Alpi Occidentali, dove la zona calcarea interna è completamente assente, i limiti medî si rialzano, come nei massicci orientali, sui 1800 metri. Ven. XIV s'impadronirono di Mondovì, facendone centro di espansione, in contrasto coi marchesi di Monferrato ch'erano riusciti nella valle della Bormida, a toccare le Alpi ed a mantenere soggette varie famiglie aleramiche. "Se arrampicassi come so de roba che se magna e se beve li gradi mia li dovrebbero inventà" www.rifugiolaportadelsole.it . Troviamo difatti villaggi agglomerati sulle terrazze o sull'apice dei coni di deiezione, villaggi allungati lungo le strade di grande comunicazione, villaggi a croce all'incrocio di strade e di valli, villaggi a spalliera lungo i pendii a solatio, villaggi a pan di zucchero sui rialzi già a difesa di valli e quindi chiusi da mura. Quanto ai limiti periferici del sistema orografico alpino, essi sono ancor meno precisi, ché le estreme propaggini, specie sul versante esterno, vanno a morire con le ondulazioni della fascia subalpina entro la zona di alta pianura. Numerose sono le fondazioni monastiche alpine, come quelle della Novalesa, di Oulx, di San Maurizio d'Agauno, di Aulps, di Abbondanza, ecc. Un insettivoro particolare delle Alpi è il toporagno alpino (Sorex alpinus), localizzato in varî siti (S. Gottardo, valli di Oberötz e Wispert al disopra dello Zermatt, a Bertolsgrade sul Grimsel, nella valle di Chamonix, presso Gastein, presso il Gross Glockner) a considerevole altitudine, fino a 2200 metri. Istr., XVII, Padova 1926; G. B. Dal Piaz, Sulla Geologia del Gruppo della Grivola, in Rendiconti R. Acc. Come la strada del Predil, anche questa ebbe fortuna soprattutto nei momenti in cui inquietudini politiche o turbamenti militari interrompevano la pontebbana. È bene ricordare che il commercio delle castagne, in molte importanti città prealpine (Mondovì, Cuneo, Saluzzo, Torino, ecc. intern., Liegi 1922, p. 171; M. Bertrand, Rapport des structures des Alpes de Glaris et du Bassin houiller du Nord, in Bull. Qui si rinvennero ruderi ed altre vestigia romane; di qui varie vie irradiavano per Brigantio (Bregenz), Augusta Vindelicorum ed altre località. Ma i geologi, cominciando dal Mojsisovics (1873), hanno sostenuto nuovamente una divisione in due parti, prendendo come limite fra le Alpi occidentali e orientali una linea che dal Lago di Costanza per lo Spluga scende al Lago di Como, la quale rappresenterebbe una zona di differenziazione geognostica e tettonica del sistema e che fu accettata da molti dei geografi recenti, soprattutto geomorfologi (Penck, Krebs, De Martonne) o anche da scrittori d'arte militare, come meglio rispondente alla delimitazione dei varî settori d'operazioni belliche. Quindi, alla testata delle valli che immettono ai grandi valichi alpini, attraverso ai quali si anastomizzavano i ghiacciai quaternarî, l'azione glaciale meno intensa ha lasciato spesso sussistere le tracce della forma originaria, non raggiunta ancora dal ringiovanimento pliocenico, notandosi qui piani in contropendenza, residui di una diversa linea di spartiacque fra i versanti, ed ampî e uniformi corridoi di valico, dovuti al primitivo spianamento, appena modellati dall'azione glaciale che ne ha lisciato i fianchi e scavato nel fondo piccole conche lacustri (Cenisio, Gottardo, Maloggia, Brennero, ecc.). Alpino Italiano, 1902; G. e Manteyer, La Provence, Parigi 1904; Jacob, Essai sur la formation des limites entre le Dauphiné et la Savoie, in Bulletin de la Soc. Assai complicati erano gli anfiteatri del Ticino e dell'Adda: quello sviluppato a sud del Lago Maggiore e nel Varesotto; questo esteso nella Brianza e reso complesso non soltanto dalle accidentalità del suolo brianteo, ma anche dalla suddivisione del ghiacciaio sdoppiantesi secondo i due rami del Lago di Como. Però la varietà grandissima geologica, morfologica, antropica delle varie parti del Sistema Alpino, sono fuse in una grande unità, dovuta soprattutto al caratteristico "paesaggio alpino", che costituisce un'individualità, dove si trovano gli elementi fisici, biologici e umani più varî, provenienti dalle regioni periferiche. XII e il XIII alla pressione esercitata dalla monarchia capetingia, che riesce nella prima metà del Duecento ad installare in Provenza un ramo cadetto della famiglia regnante. Le comunicazioni ferroviarie e la loro importanza economica. Nelle creste a sud si hanno ghiacciai di vallata (Hufi Gletscher) e sospesi (Claridenstock). Le cime maggiori delle Alpi Occidentali sono: il Monte Bianco, la più alta vetta d'Europa (m. 4807), il Pelvoux (m. 4103), il Gran Paradiso (m. 4061). Battendo la via del Carso e seguendo la Drava, gli abitanti della Carniola e della Stiria, come affermavano nel 1367 i cittadini di Pettau, rivendicavano il diritto di svolgere traffico diretto con l'Italia. La sua prosecuzione sud-occidentale, a prevalenti rocce calcaree, è molto più depressa fra i fiumi Isère e Arly, con vette che raggiungono appena i 3000 m. e che mancano di grandi ghiacciai. Sempre in efficienza è invece la transumanza nelle basse Alpi, dove l'allevamento ovino non trova ostacoli, anzi rappresenta l'unica fonte di reddito, date le condizioni del suolo. In ogni modo la diffusione delle monete massaliote e d'imitazione massaliota nell'Italia settentrionale durante il sec. A differenza che nelle Alpi Pennine, la linea spartiacque è spostata notevolmente a nord, soprattutto per l'estendersi del bacino fluviale del Ticino. Nel versante italiano, dal Tànaro al Chisone, nessun ghiacciaio arrivava a sboccare fuor delle valli. suisse, c. VI, non metteva in diretta vicinanza i nostri valichi con le torme barbariche. Sul lato poi esterno e interno di queste Alpi, si affiancano terreni sedimentarî (calcari, marne, arenarie), sia mesozoici sia terziarî, disposti in serie regolari, sui due fianchi dei fasci mediani cristallini, e che rappresentano le radici prealpine delle grandi falde superiori di ricoprimento asportate dall'erosione. di paletnol. al 75.000, Vienna, specialmente i fogli delle Alpi Orientali. Per i tempi più vicini a noi, si hanno tracce di variazioni plurisecolari, cui se ne sovrappongono altre di minore durata, circa tre per secolo. Allora la Narbonense II e le Alpi Marittime furono occupate dai figli di Clodoveo (536), e anche il regno burgundico scomparve. Quest'attività turistica è in funzione della latitudine, e cioè è molto più intensa nel nord che nel sud, per evidenti ragioni climatiche. Hochalpen). Attraverso il solco vallivo del Rodano e di alcuni suoi affluenti, al ritiro definitivo dell'imponente ghiacciaio ed in coincidenza, come molti fitogeografi ammettono, di un periodo detto xerotermico, a clima più caldo e più secco dell'attuale, molte piante mediterranee risalirono la valle e si espansero nelle valli laterali, costituendo nelle Alpi Lemanniane, Savoiarde, ecc., colonie di piante termofile. A sud il Gruppo del Monviso ha diramazioni trasversali e parallele, che si staccano dalla linea spartiacque, le Alpi del Monginevra con centro orografico assai modesto (Punta di Boucier, m. 2998), da cui si dirama una serie di catene, in tutte le direzioni, separate da larghe valli longitudinali, fra cui l'arcuata catena gneissica dell'Assietta (M. Orsiera, m. 2878) fra il Chisone e la Dora Riparia; ed infine la Catena del Cenisio fra l'Arc e la Dora Riparia, dove corre lo spartiacque negli scisti cristallini e nei calcari paleozoici (M. Tabor, m. 3177, il punto più occidentale della frontiera italiana), incisa da numerosi passi, per quanto elevati (Colle del Fréjus, m. 2537, attraversato dalla galleria ferroviaria Modane-Bardonecchia di m. 13.636). Negli scisti e negli gneiss delle estreme pieghe mediane delle Alpi Orientali, s'incurvano catene, con caratteri di media montagna, fiancheggiate all'esterno da calcari devonici metalliferi e da arenarie mioceniche, che vanno degradando in una serie di colli prealpini. Nella loro marcia verso il Mediterraneo, furono fermati dall'intervento italiano: Teodorico occupò militarmente le Alpi Marittime e la Narbonense e le incorporò al regno d'Italia. Al contrario di quanto succedeva nelle Alpi occidentali ed orientali, dove erano già aperte e sfruttate, sin dall'epoca romana, le grandi vie di comunicazione che dovevano rimanere tali anche nell'età moderna, nelle Alpi centrali, sino al secolo XIII, i più diretti e oggi più sfruttati valichi o non erano nemmeno aperti al traffico (S. Gottardo) o lo erano solo in misura insignificante (Sempione). Il Moncenisio (2101 m.) è stato aperto fra il 1803 e il 1810. Naturalmente le cause stesse che determinano un aumento della quantità di energia raggiante assorbita dal suolo durante il giorno, provocano pure un aumento dell'energia emessa durante la notte; ed infatti le misure eseguite in diverse parti della regione alpina hanno provato che l'emissione di energia raggiante va crescendo al crescere dell'altezza. - Dal punto di vista dei materiali che la costituiscono, la catena alpina risulta di rocce svariatissime, che vanno dai prodotti magmatici intrusivi ed effusivi, ai sedimenti di origine meccanica, chimica ed organica; dalle brecciole e dai tufi vulcanici, agli scisti cristallini, che per complicati fenomeni di metamorfismo sono derivati dalla trasformazione dei diversi tipi rocciosi appartenenti alle varie categorie sopra ricordate. 262.260, dei quali 60.650 appartengono alle Alpi Occidentali, 71.580 alle Alpi Centrali e 130.030 alle Orientali. Le rotabili di grande comunicazione debbono il loro sviluppo quasi essenzialmente ai fattori strategici e politici. d) Le Alpi Giulie. del Garda, di Cogollo nella Valle dell'Astico, di Quero, di Vittorio Veneto, di Udine, di Klagenfurt, della Valle dell'Inn, ecc. Sui due versanti delle Alpi Centrali, almeno per un lungo periodo di tempo, si estesero i Raeti, popolo fortissimo. Esistono cioè una proprietà collettiva, che è la preponderante, e una proprietà individuale. Gran parte del gruppo è sotto il limite delle nevi permanenti e quindi ha una morfologia meno ardita degli altri gruppi, e degrada, nelle pendici più orientali della Sau Alpe, ad elevazioni e forme prealpine. Sapere tutto sul cognome ALPI Frequenza del cognome ALPI: Questo cognome é presente 655 volte su Geneanet ! Le provincie delle Alpes Maritimae e delle Alpes Cottiae erano estese in ambedue i versanti delle Alpi omonime ed i loro confini con le regioni augustee d'Italia IX ed XI erano segnati dalla linea doganale della quadragesima Galliarum corrente al margine della pianura (v. alpi marittime ed alpi cozie). Anche la rappresentazione che dànno le più antiche carte corografiche d'Italia (sec. Questa attività, com'è noto, è governata e caratterizzata dal succedersi altimetricamente delle zone di vegetazione già in precedenza considerate sotto l'aspetto fitogeografico. Caduta l'isola Comacina, tutto il sistema, se già non lo era prima, cade in potere dei Longobardi, i quali vi si afforzano subito e di qui ributtano un tentativo di invasione franca. Circostanza questa da tener presente quando si accenni all'azione e alle dimensioni di quei ghiacciai, che pur ebbero non di rado entro valle una larghezza di più decine di chilometri e uno spessore di oltre 1000 e financo 1600 metri. Radstädter Tauern (m. 1738), fra la Tauern Tal (Enns-Danubio) e il Taurach (Mur-Drava-Danubio); carrozzabile Radstadt-Mauterndorf. A nord i ghiacciai avevano bisogno per sciogliersi di una larga superficie, ed infatti la linea delle nevi tagliava ad esempio i ghiacciai dell'Inn e della Salzach al loro sbocco dalla zona montana, mentre tagliava già presso Spittal il ghiacciaio della Drava e sopra Trento quello dell'Adige. Largo nella sua maggiore estensione fra 160 e 250 km., lungo km. di I. v. Zingerle, Heilbronn 1877; U. von Lichtenstein, con note di Th. Congeneri alfini allo stambecco sono la Capra pyrenaica della Spagna, la C. Falconeri dell'Afghānistān, la C. aegagrus che abita dal Caucaso al Sind, la C. sinaitica dell'Arabia, della Palestina è dell'Egitto, ecc. de la France, Parigi, carta d'insieme e fogli 1 a 80.000, specialmente i fogli delle Alpi Occidentali; Geologische Spezialkarte der Österr. I passaggi più famosi attraverso le Alpi occidentali sono quelli di Pipino il Breve nel 754 e di Carlo Magno nel 773 per il Moncenisio; pure il Cenisio attraversò Enrico IV nel 1076 andando a Canossa; e così, quasi un secolo dopo, Federico Barbarossa, a due riprese, nel 1168 abbandonando l'Italia, e nel 1174 ritornandovi, nel quale anno incendiò Susa per punirla delle difficoltà oppostegli al passaggio 6 anni prima. 24, superficie kmq. tabella a pag. L'attestano all'evidenza gli infiniti sentieri che solcano le valli e le pendici, intagliati nel vivo della roccia, gettati sui torrenti per mezzo di due travi mal connesse, strapiombanti sui precipizî, cura ancora oggi di tutta la comunità che, al suono della tromba o al rullo del tamburo, accorre nel periodo primaverile a riattarli (roide); l'attestano gli infiniti rigagnoli, i ru, i cianalot, le bisses, catturati generalmente a grandi distanze, che conducono spesso un semplice filo d'acqua ai prati assetati dei terreni di riporto permeabilissimi, con turni di sfruttamento scrupolosamente mantenuti, e motivo di continue contese; lo attestano i muricciuoli arditi che trattengono la scarsa coltre di terra coltivabile, lo attestano le rocce ricoperte di un leggiero strato di terra, faticosamente portatavi a dorso d'uomo, da cui nascerà stentatamente il grano saraceno, e finalmente le infinite casupole, deposito di foglie e di fieno accumulato faticosamente con la falciatura delle prode dirupate. ), era rappresentata da piccole officine, nelle quali si fabbricavano comuni utensili di ferro, non solo, ma spesso anche oggetti di non comune valore artistico. dell'Aletsch), ecc., ma sono relativamente pochi rispetto a quelli d'origine glaciale. La via del Semmering restò perciò la maggior arteria di comunicazione coll'Austria attraverso le Alpi, quantunque la decadenza del traffico dei metalli, e soprattutto del rame, dalla fine del sec. Ventimiglia-Cuneo (galleria di Tenda, m. 8099). Quanto alla preferenza data al Passo del Brennero, in confronto al Passo di Resia (m. 1510), come confine orientale, essa è dovuta non solo alla maggiore depressione del primo, ma anche al fatto che, come ha dimostrato il Penck, esso rappresenta una vera zona di depressione del crinale alpino, non essendovi, per un raggio di 10 km. La regione alpina fu teatro di una vivace lotta fra i grandi feudatarî a partire dal sec. - Il nome Alpi si trova per la prima volta in Erodoto (lV, 46), che ricorda l'Alpis e il Karpis come due affluenti del Danubio; ma è probabile che lo storico greco, piuttosto che equivocare fra un monte e un fiume, come i più pensano, volesse effettivamente alludere a un corso d'acqua. XV) si ha un maggior numero di particolari. III. È inutile ricordare l'importanza fondamentale della corrente elettrica come modificatrice della composizione chimica dei corpi, tanto che l'elettrochimica e l'elettrometallurgia vanno acquistando sempre maggiore importanza, anche per la solidarietà degli interessi comuni. Corrado III ritorna con rapida mossa alla politica ottoniana: infeuda Blenio e Leventina al conte Guarniero di Lenzburg, conferma la Mesolcina ai fedeli signori de Sax (Sacco), mentre le signorie locali dei De Turre e degli Orello si sviluppano e si rafforzano in Val di Blenio; per la Valtellina, un documento del suo successore ricorda come Chiavenna venisse unita al ducato di Svevia. Per le Alpi Orientali e Centrali, nelle quali le catene sono orientate da occidente ad oriente, cioé nella direzione dei venti dominanti, non esiste quella distinzione netta tra versante piovoso e versante secco che ha notevole risalto in altri sistemi montuosi. formanti boschi e boscaglie, soprattutto nelle Alpi Orientali; queste, anche più delle formazioni boschive sopra ricordate, si avvicinano ai boschi misti con predominio del frassino da manna, e ad alcune delle formazioni a sibljak della Balcania (v.).

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