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guerra civile spagnola: cause

Il giorno successivo all'annuncio della formazione del governo, il diplomatico britannico Sir Robert Hodgson ebbe un incontro molto cordiale con Franco, a cui disse che l'atteggiamento della Gran Bretagna verso la Spagna era totalmente disinteressato e che Londra si augurava di poter avere relazioni amichevoli con il suo governo. La riunione presieduta da Cabanellas si tenne il 21 settembre nei pressi di Salamanca, giorno in cui le truppe dell'Armata d'Africa entrarono a Maqueda, località dove la strada proveniente da sud si biforca inoltrandosi a nord verso Madrid e a est verso Toledo. L'alone di terrore che circondava l'avanzata dei regulares marocchini e dei legionarios fu una delle armi più potenti a disposizione dei nazionalisti in quel primo periodo di guerra; alla conquista di ogni grande città seguiva il massacro di prigionieri e la violenza sulle donne. I nazionalisti giustificavano la loro brutalità come rappresaglia al «terrore rosso», ma in realtà le stragi dei nazionalisti superarono di moltissimo quelle degli avversari, nel paesino di Lora del Río, per esempio, la cui unica vittima dei braccianti fu il cacique locale, vennero fucilate per rappresaglia 300 persone[100][101]. Anzi, la caduta di Caballero aveva dato speranze al binomio Azaña-Prieto che contavano in Negrín per un ritorno al sistema liberal-democratico, e per realizzare questo disegno Azaña contava in una nuova disponibilità di Francia e Gran Bretagna a sostituirsi all'Unione Sovietica nel sostegno militare e politico alla Repubblica. Anche se la Repubblica aveva raggiunto l'obiettivo strategico di procrastinare l'attacco di Franco nei Paesi Baschi, quello di Rojo fu un successo di corto respiro, perché le truppe nazionaliste a metà agosto avevano ripreso l'avanzata contro Santander, costringendo Rojo ad attuare un estremo tentativo per evitare il crollo definitivo del bastione cantabrico[190]. La Generalitat, come era chiamato lo statuto, fu considerato dall'esercito e dai conservatori come un attacco all'unità nazionale. Il 27 agosto 1931 il socialista Luis Jiménez de Asúa presentò la nuova Costituzione che all'articolo 1 recitava «La Spagna è una repubblica di lavoratori di tutte le classi sociali», che venne approvata definitivamente il 9 dicembre; era democratica, laica, riformatrice e liberale in materia di autonomia regionale e spaventò a morte i ricchi, il clero e l'esercito. La storia dell'umanità è costellata da guerre civili: nell'antichità, nel Medioevo e nell'età contemporanea. Fare informazione, per noi, non è solo un lavoro ma è amore per la verità. L'epoca più violenta della storia dell'umanità, L'eclissi della democrazia. Frattanto la carenza di materiali e mezzi per l'agricoltura e i mancati invenstimenti in macchinari comportò una flessione della produzione agricola, che tra gli anni 1941 e 1945 portò diverse regioni alla fame[251]. A Malaga, i nazionalisti accusarono i repubblicani di aver ucciso 1 005 persone, ma nel 1944 il console britannico riferì a Londra che tra il febbraio 1937 e l'agosto di quell'anno, nella città furono giustiziate secondo fonti nazionaliste ben 16 952 persone, cifra che non considerava le uccisioni sommarie avvenute durante la conquista della città da parte dei franchisti. La debolezza e l'indecisione del governo e dei suoi organi periferici trasferì il potere in mano a comitati cittadini che subito organizzarono loro milizie e questo anche per il grave errore del governo di sciogliere l'esercito e congedare le truppe, all'inizio della sollevazione, lasciando così il paese senza unità militari organizzate e senza l'infrastruttura indispensabile per una veloce ricostituzione delle forze armate. Nelle zone rurali i braccianti, tutti accesi repubblicani, riuscirono in molte zone ad avere la meglio sui piccoli contingenti locali della Guardia Civil, e si abbandonarono poi a rappresaglie spesso cruente contro i proprietari terrieri che non erano riusciti a rifugiarsi a Siviglia o nel Sud della Francia, e contro il clero, che aveva sempre legittimato le violenze dei caciques e dei latifondisti. Questa simmetria politica andò in frantumi allo scoppio della prima guerra mondiale; la neutralità poneva la Spagna in una posizione privilegiata che permise di esportare prodotti agricoli e minerari a favore di tutti i belligeranti, creando le basi per quello che sembrava un miracolo economico. Gli unici malumori erano creati dai comunisti, dei quali Negrín era considerato una creatura, che occupavano progressivamente i posti chiave dell'amministrazione e dell'esercito grazie a una politica perseguita dal Comintern - e attuata in Spagna da Palmiro Togliatti - che rendeva i comunisti i maggiori e più efficaci interpreti della linea di difesa a oltranza della Repubblica, e allo stesso tempo favoriva le accuse di assoggettamento della Spagna a Mosca, creando vagheggiamenti tra quanti speravano di arrivare a una pace di compromesso con Franco in nome dell'anticomunismo[214]. Franco annunciò in tutta fretta che la Spagna sarebbe attenuta a una «rigida neutralità», cogliendo così l'approvazione di Mussolini che si sarebbe orientato verso la «non belligeranza»[261]. Quello del 1936-39 fu il quarto conflitto intestino in cento anni, e in questo periodo sul territorio spagnolo andarono a definirsi ragioni strutturali, sociali e politiche che con un processo graduale portarono a una divisione in due blocchi sociali grossolanamente antagonisti[8]. Il Nuevo Estado non aveva quasi più valuta estera e aveva perduto le riserve auree, per cui il sistema monetario era nel caos, inoltre c'erano da pagare i debiti di guerra ai paesi alleati e una perdita di manodopera di circa il 3,5% della popolazione attiva, senza tener conto dei prigionieri e degli esiliati[251]. Questo conflitto mise la Spagna temporaneamente al centro del mondo, coinvolgendo vecchie e nuove potenze internazionali, soprattutto Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Unione Sovietica, che direttamente o indirettamente si confrontarono nelle vicende spagnole, sia a livello diplomatico, sia con un sostegno concreto in uomini e armi alle due fazioni. Durango, senza difese antiaeree e senza alcuna presenza militare, venne bombardata deliberatamente per colpire i civili, e mentre i civili scappavano lasciando la città, un’ondata di He 51 fatta alzare appositamente in volo andò a caccia delle colonne di persone in fuga. Franco era ormai il padrone della Spagna, e per sdebitarsi nei confronti dei fedelissimi che l'avevano appoggiato incondizionatamente durante la guerra, in stile feudale nominò i suoi generali facendoli ministri, sottosegretari e governatori militari. La situazione internazionale dopo il crollo di Wall Street del 1929, era tutt'altro che propizia, e oltre a ereditare gli errori economici commessi da Primo de Rivera, la Repubblica dovette fin da subito fronteggiare i tentativi della destra di rovesciare il suo governo[26]. Sul campo c'erano cinque corpi d'armata spagnoli e cinque divisioni italiane. Queipo de Llano infine, forse il più influente generale di Franco, e quello meno disposto a sottostare al Caudillo, fu spodestato con l'inganno dalla sua base di potere a Siviglia e reso inoffensivo con incarichi di rappresentanza all'estero[250]. Le cifre accettate dagli storici assommano un totale di 13 vescovi e circa 4 100 sacerdoti, 2 300 appartenenti ad altri ordini e 283 suore, nella stragrande maggioranza uccisi nell'estate del 1936. Così non fu, e il 15 aprile le truppe della 4ª Divisione navarrese del colonnello Alfonso Vega riuscirono a penetrare fino al mare all'altezza di Vinaròs, spezzando di fatto in due il territorio repubblicano. Fu il primo passo verso la totale istituzionalizzazione della repressione che era già stata applicata implacabilmente nei territori occupati, e che con l'imminente fine della guerra avrebbe legalizzato l'ondata di arresti, processi, esecuzioni e detenzioni programmati da Franco e dai comandi nazionalisti[240]. Il 23 luglio i nazionalisti giunsero a meno di 40 chilometri da Valencia, e il comandante Rojo - ancora una volta - organizzò un disperato attacco di carattere diversivo lungo il fiume Ebro. L'esercito ribelle si trovò di fronte una vasta difesa miliziana, che seppur impreparata e male armata mobilitò una tale quantità di popolazione che le consentì di reggere l'urto nelle grandi città e di salvare due terzi del paese[277]. I primi due Primi Ministri della Seconda Repubblica spagnola, il monarchico Niceto Alcalá Zamora e il repubblicano Manuel Azaña, I due principali leader del PSOE, a sinistra Largo Caballero e a destra Indalecio Prieto, I generali Emilio Mola a sinistra e José Sanjurjo a destra, due dei maggiori cospiratori contro la Repubblica che non vedranno la fine della guerra civile, A sinistra il Presidente socialista francese Léon Blum e a destra il Primo Ministro conservatore britannico Stanley Baldwin, La situazione politico-militare dopo il golpe, Le Brigate internazionali e gli intellettuali, Agosto-ottobre 1936: l'avanzata su Madrid e la campagna di Guipúzcoa, Novembre 1936-marzo 1937: la battaglia per Madrid, Marzo-novembre 1937: la campagna del Nord e le battaglie di Brunete e Belchite, Dicembre 1937-novembre 1938: le battaglie di Teruel e dell'Ebro, L'attacco a Valencia e gli scontri finali sull'Ebro, Dicembre 1938-marzo 1939: l'offensiva contro la Catalogna. 1/3- 38683 Los Gigantes ( S/C de Tenerife ) ESPAÑA - Tel. Storia popolare della guerra civile spagnola, Il secolo breve 1914-1989. La Storia della Guerra Civile in Spagna nel periodo 1936-1939 e l'intervento italiano nella Campagna di Spagna. La prima nave sovietica carica di armi - il Komsomol - attraccò a Cartagena il 15 ottobre 1936, mentre Italia e Germania era da almeno due mesi e mezzo che inviavano sistematicamente materiale bellico ai ribelli. Questi niños robados venivano poi venduti o affidati a famiglie benestanti fedeli al regime; prima veniva dichiarata la morte del bambino scelto e quindi veniva rilasciato un nuovo certificato di nascita[274]. Pochi giorni dopo l'insurrezione i comitati locali della FNTT e della CNT iniziarono a collettivizzare le grandi proprietà, svuotare i magazzini dei notabili locali per distribuirne il cibo alla popolazione e coltivare i campi lasciati incolti dagli agrari[63]. Una concezione simile a quella che si era vista durante la prima guerra mondiale che non portò a nulla, e che, assieme alla tendenza di concentrare eccessivamente le truppe sul fronte madrileno, quando il centro di gravità della guerra si era già sviluppato in altri settori - Aragona, Levante, Ebro, Estremadura, Catalogna - non permise una efficace disposizione delle riserve dove servivano di volta in volta[278]. I generali di più alto grado, come Gonzalo Queipo de Llano e José Sanjurjo, nutrivano profondo disprezzo verso i politici di professione, mentre i più giovani provavano scarsa lealtà verso il governo. Se sul fronte repubblicano i contrasti tra comunisti, socialisti e anarchici inficiavano pesantemente sul morale e sulla condotta politica, la situazione era ben diversa nella zona nazionalista. Vedi: La sostanziale avversità verso l'unità militare di anarchici e poumisti stava negli obiettivi politici che le varie organizzazioni davano a questa guerra. La nuova Repubblica ereditò una situazione di guerra sociale intermittente, i conflitti del periodo 1918-1921, il risentimento per la dittatura di Primo de Rivera e l'odio dei braccianti nei confronti dei magnati della terra covavano ancora sotto la cenere. La repressione della guerriglia durante il cosiddetto «triennio del terrore» fra il 1947 e il 1949 fu spietata e senza tregua: in base alla «Legge sul banditismo e il terrorismo» promulgata ad hoc per istituzionalizzare la violenza anti-resistenziale, complessivamente vennero arrestate 60 000 persone durante i primi dieci anni dopo la fine della guerra civile, ma in realtà la guerriglia coinvolse una piccola parte della popolazione, probabilmente meno di 10 000 persone in tutta la Spagna. L'investitura di Franco a nuovo capo dello stato ebbe luogo il 1º ottobre 1936, da quel momento Franco avrebbe parlato di sé stesso come del Jefe del Estado, e diede inizio aduna campagna propagandistica per elevare la sua figura analogamente a quanto fecero Hitler e Mussolini, e per analogia con Führer e Duce, egli si fregiò del titolo di Caudillo - appellativo che rimandava ai guerrieri della Spagna medievale[152]. Fra i repubblicani alcuni avevano tentato di salpare da Alicante per raggiungere disperatamente i porti del Mediterrano, altri preferirono suicidarsi piuttosto che cadere nelle mani dei Falangisti, mentre per quanti erano riusciti a raggiungere la frontiera con la Francia prima della caduta della Catalogna si aprì il nuovo dramma dei campi di raccolta francesi. L'arsenale complessivo comunque era esiguo da non consentire operazioni su larga scala a nessuno dei due contendenti, ma le cose sarebbe cambiate rapidamente[74]. Il 25 gennaio il governo repubblicano fuggì a nord riparando a Girona, mentre Yagüe Blanco attraversò il fiume Llobregat a sud di Barcellona, e il 26 le prime avanguardie percorsero le strade della capitale catalana mettendo in moto una rappresaglia selvaggia, con migliaia di esecuzioni sommarie[238]. Roosevelt si inchinò alla lobby della destra cattolica che paventava il pericolo comunista, e il 7 agosto il segretario di Stato William Philips annunciò che gli USA si sarebbero «scrupolosamente astenuti da qualsiasi ingerenza nella sfortunata situazione spagnola», e pochi giorni dopo usò per la prima volta la formula dello «embargo morale» sulla vendita di armi alla Repubblica, definendolo un mezzo per conservare la pace mondiale.

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